Legge A.C. 1585-B : progresso o degenerazione politica?


Durante la giornata dell' 8 Ottobre 2019 è stata approvato, in via definitiva, il disegno di legge riguardante la riduzione del numero parlamentare, con un totale di 553 voti a favore.


ANSA - Risultati riduzione Parlamentari
Una modifica sicuramente importante è stata da tempo messa sul banco del sistema parlamentare italiano : la maggioranza bulgara ha approvato il disegno di legge a cui la camera aveva dato il via libera durante il maggio scorso, in via definitiva, in seconda deliberazione.

Il disegno di legge costituzionale A.C. 1585-B, previdente le modifiche agli articoli 56,57,59 (in materia di riduzione dei parlamentari, era stata approva in seconda deliberazione l'11 luglio 2019.

La maggioranza bulgara di 553 voti a favore (contro i 14 contrari e senza opposizione dei 2 astenuti), ha reso possibile l'approvazione legislativa; in opposizione al M5s, il PD : ma quali sarebbero i pro e i contro di questa modifica?
A primo acchito, il popolo sorride; la questione di un'elevata enumerazione parlamentare è un argomento onnipresente nelle tipiche discussioni popolari da ormai ben 10 anni, da quando la crisi economica del 2008 ha contribuito al malcontento dei cittadini. La riduzione da 630 a 300 deputati e da 315 a 200 senatori viene vista come una ridistribuzione stipendiale in chiave populistica.

senato.it - Tabella sul rapporto Parlamentari/Abitanti
Questa non è una visione errata : si prevede infatti un risparmio di circa 50 milioni di euro da parte dello Stato. Ma, come detto da Luigi Di Maio, non è il solo fattore economico ad apparire confortante; l'Italia è stata fino a questo momento, la nazione comprendente il maggior numero di parlamentari in tutta Europa. In chiave populistica, queste parole sono una manna dal cielo, oltre che garanzia elettorale, dato che il 51% degli elettori, attraverso i sondaggi di La7, ha potuto esprimere la propria sicurezza riguardo il miglioramento di questa modifica. Il "beneficio" porterebbe il nostro Parlamento ad essere in minor numero anche rispetto ai principali Paesi europei.Ma vi è, come in tutte le idee, croce e delizia; è stata aspramente criticata la riduzione di rappresentanza, attraverso la quale, determinate regioni si troverebbero con una quasi nulla rappresentanza politica, un sopruso, a detta di pochi costituzionalisti. Il risparmio economico potrebbe infatti essere avvertito come fumo negli occhi, dato che non basterebbero 200 anni per risparmiare i 10 miliardi che, secondo PD e LeU potrebbero essere tagliati in un giorno, votando per l'uscita dal programma militare degli F35 (altra questione ancora calda nella politica italiana).

Ma, come prevedibile, tutto questo ideale di riformazione si è arginato dopo davvero poco tempo.
Infatti ora la questione si ramifica in determinati scenari populistici e propagandistici abbastanza emblematici : dopo due settimane appena dal definitivo via libera, è partito l'iter per arrivare al referendum. Un'idea (anche facilmente pronosticabile) partita da coloro che durante l'ormai storico 8 ottobre 2019, hanno votato a favore della proposta. E quindi pensabile, che Forza Italia abbia voluto tener fede alla propria parola sono in un primo momento, per poi spostare la propria volontà nuovamente sul mantenimento del sistema originario.

La capogruppo M5s in commissione Affari costituzionali Anna Macina, ha voluto ribadire, prendendo la palla al balzo, l'idea di voler introdurre in Italia il referendum propositivo, eliminando il passaggio legislativo al parlamento : “Il fatto che la nostra riforma possa essere sottoposto a referendum non è un problema anche se ci sorprende che a proporlo sia FI: siamo certi che gli italiani sapranno valutare merito e coerenza!" ... "lavoriamo per potenziare il referendum abrogativo e introdurre quello propositivo. Dispiace per la scelta paradossale di Forza Italia, ma per noi, ogni volta che un cittadino viene chiamato ad esprimersi direttamente è una festa per la democrazia”.

Dall'altra parte, alcuni rappresentanti di Forza Italia, come la sannita Lonardo, contrastano in maniera forte, accusando la modifica legislativa, tacciandola come populistica e insensata : "Alcune province, come la nostra (sannita ndr), rischiano di non avere neppure un deputato ed un senatore. Il risparmio è irrisorio e, alle stesse condizioni, sarebbe bastato diminuire i costi delle strutture parlamentari. I compiti delle due Camere restano eguali. Insomma, in nome di un populismo dissennato, si privano tanti territori in tutta Italia del diritto all’ascolto. Spero che la gente si renda conto di questa furbata da propaganda ingiusta e priva di senso".

Il quorum fissato per la presentazione della proposta è di 65 firme; bisognerà aspettare, ma sono molto alte le probabilità di arrivare ad un referendum entro dicembre, che decreterà le sorti dell'organizzazione parlamentare italiana in termini numerativi.

Ora, molto probabilmente, toccherà al popolo schierarsi e scegliere la via, si spera, più giusta e sensata. Il dovere del cittadino è analizzare con criterio qualsivoglia fattore che può incidere sulla scelta del voto, facendosi carico di un impegno informativo personale, capace di portare alla personale riflessione in materia, con lungimiranza e convinzione soggettiva.

Si sceglierà per la riduzione organicistica ed economica o per la conservazione di una degna rappresentanza politica per ogni regione? Il tempo rivelerà le decisioni degli italiani e le conseguenze di queste ultime.


Andrea De Prisco VC



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