L'intelligenza artificiale, nuovo passo verso la supremazia o fine dell'uomo?



Sentiamo parlare sempre più di Intelligenza Artificiale, IA in breve. Che sia all'interno di uno smartphone, di un computer, che serva per semplificarci la vita attraverso gadget per la casa, è sempre più presente all'interno delle nostre vite.
L'Intelligenza Artificiale pone le sue radici nella prima metà del 1600, quando i primi calcolatori meccanico-matematici vennero realizzati. Molti matematici si sono interessati al loro sviluppo, fino alla creazione della prima rete neurale, realizzata nel 1950, all'università di Harvard.
Gli studi sull'IA sono stati sempre più approfonditi, ed oggi più che mai siamo vicini alla creazione di reti neurali potenti tanto quanto il cervello umano. O almeno, in parte.

Esistono da anni intelligenze artificiali che sono state in grado di superare l'intelligenza umana in singoli compiti, come ad esempio le varie IA realizzate da OpenAI, azienda fondata nel 2016 da Elon Musk (fondatore anche di Tesla, azienda produttrice di auto elettriche a guida autonoma).

Queste IA sono state capaci di superare i migliori giocatori al mondo in vari videogiochi, come ad esempio Open AI Five, il nome di cinque bot i quali, dopo solo alcune settimane di allenamento, sono riusciti a superare singolarmente giocatori che giocavano allo stesso gioco da anni, non superando però un team completo di cinque giocatori professionisti. Il team di sviluppo ha però considerato il progetto generale un successo, dato che ha permesso loro di osservare un diverso modo di "pensare" all'interno delle IA.

Le ricerche per l'IA non avvengono però solo all'interno dei videogiochi. Basta pensare ad Alexa, assistente vocale intelligente sviluppato da Amazon. Questo dispositivo, presente in molte case della popolazione mondiale, attraverso un semplice comando vocale può eseguire molti compiti che prima avremmo eseguito fisicamente: "Alexa, accendi la luce"; "Alexa, metti un po' di musica"; lei eseguirà l'ordine impartito, collegandosi in rete o alle risorse stesse della casa. Questo assistente, seppur in modo limitato, rappresenta un ottimo esempio di intelligenza artificiale. Interpretando i nostri comandi, ci risponderà con ciò che abbiamo chiesto, e volendo, sarà anche in grado di avere una breve conversazione con noi.

Un'altro esempio quotidiano di Intelligenza Artificiale è quello presente in molti smartphone odierni, principalmente all'interno della fotocamera. Lì, l'assistente  modificherà l'immagine in automatico a seconda delle scene rilevate, magari alzando la luminosità in una condizione di scarsa illuminazione, come le foto scattate in notturna, oppure andando ad alzare la qualità dell'immagine attraverso degli algoritmi di calcolo.

Ora però ci si avvicina a ciò che spaventa molto le persone, ovvero un IA completa, in grado di pensare come l'uomo, se non anche meglio. Per il momento, questo risultato sembra distante, ma potrebbe essere più vicino di quanto pensiamo. IA in grado di generare dal nulla (o quasi) testi e immagini che possono sembrare reali, simulando il meccanismo di pensiero dell'uomo esistono già ora, uno tra tanti ad esempio il sito https://thispersondoesnotexist.com/ , che genera volti umani partendo dal nulla, unendo attraverso dei calcoli ciò che sono i caratteri del viso di una persona. Ecco alcuni esempi:
Immagini generate da ThisPersonDoesNotExist

Come si può notare, le immagini sono molto simili a dei volti reali, ma non sono perfettamente uguali. Gli occhiali nella prima immagine, i denti e gli occhi nella seconda, sono spaventosamente simili, ma non reali. E' proprio qui che risiede la paura dell'uomo: la Uncanny Valley (zona perturbante o valle perturbante) è un'ipotesi presentata dallo studioso di robotica nipponico Masahiro Mori nel 1970.

Questa ricerca analizza sperimentalmente come la sensazione di familiarità e di piacevolezza generata in un campione di persone da robot e automi antropomorfi aumenti al crescere della loro somiglianza con la figura umana fino ad un punto in cui l'estremo realismo rappresentativo produce però un brusco calo delle reazioni emotive positive generando sensazioni spiacevoli come repulsione e inquietudine paragonabili al perturbamento. Venne anche pubblicato un grafico, che mostra la crescita esponenziale dell'empatia che una persona può provare verso una creatura che più gli somiglia, fino ad arrivare ad una brusca caduta di questa empatia, che diventa quasi un rigetto totale dell'idea, quando ad essa viene mostrata una figura di estrema somiglianza, ma di comportamento strano, diverso. Questa empatia poi ritorna con la somiglianza completa all'uomo, presente appunto negli esseri umani. Una figura generata artificialmente, quindi, rientra nella Uncanny Valley.



Un'altra IA da prendere in esame è poi GPT2, un'altro prodotto del team di OpenAI, in grado di realizzare, a partire da una semplice frase o da un tema, un intero articolo di giornale, uno script di un film, o comunque di generare un corpo di testo creativo. Spesso ci si trova davanti a creazioni davvero singolari, che però dopo poco possono iniziare a perdere di coerenza, oppure possono presentare dei periodi illogici, andando a contraddire e ad affermare nella stessa frase un concetto.

E' possibile provarne una versione depotenziata all'indirizzo https://talktotransformer.com/ . La versione completa non è disponibile al pubblico poiché è molto elevato il rischio della generazione di fake news attraverso un uso sconsiderato del bot.

Dopo aver letto questo, molte persone potrebbero pensare che le IA potrebbero presentare un rischio elevato per l'umanità, che potrebbero rimpiazzarci in ambiti lavorativi.

E in parte, questo sta già succedendo ora. Nelle fabbriche ad esempio, sempre più macchinari stanno sostituendo la manodopera umana, poichè sono più efficienti dell'uomo e generano più prodotti. Caso diverso è quello dei lavori che implicano l'uso del pensiero e della creatività, come può esserlo quello di un insengnante o di un artista. Per questi impieghi, la fine è ancora molto lontana, ed anche molto incerta.
Proprio per questo l'uomo, onde evitare di giungere impreparato al momento in cui determinati lavori verranno sostituiti, deve cercare di riconvertirsi, inventare nuovi impieghi e spostare coloro che sono stati rimpiazzati in occupazioni a loro adeguati, così da reinserirli nel mondo del lavoro e non ridicolizzare gli sforzi, lo studio e il lavoro compiuto da loro per tutta la loro vita.

Non bisogna temere l'IA. Bisogna solo adattarsi al cambiamento, in questa corsa verso l'avanzamento tecnologico, farsi trovare pronti all'evoluzione.



Pasquale Napoli VC

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