Disturbo borderline di personalità

Immagina di essere rinchiuso in uno sgabuzzino per una settimana : perderesti contatto con la tua emotività, non saresti in grado di guidare il tuo essere e di riuscire a gestire i tuoi pensieri; rischieresti di tramutare il più macabro prodotto della tua mente in realtà. Bene, ora immagina che questo "sgabuzzino" venga rinominato "mondo", mentre "una settimana" in "tutta la vita".

Iperbolizzando queste sensazioni, rendendo le possibili emozioni appunto "borderline", ossia sul limite, il punto ultimo della calma a cui l'uomo può aspirare, potresti facilmente comprendere un disturbo poco conosciuto nei minimi termini, su cui l'informativa non è per niente esauriente tra coloro i quali, questa piaga, questa linea di confine pendo
lica che oscilla tra paranoia e depressione, tra ansia e dissociazione.

Ma alla fine cos'è effettivamente il disturbo borderline di personalità e perchè l'uomo che ne soffre, è effettivamente un soggetto instabile e diverso nella nostra società?
L'estremizzazione del conflitto con il proprio Io, può portare l'uomo a dubitare di qualsiasi cosa possa essere ritenuta credenza certa. Perdere fiducia nella propria persona, porta l'essere umano a doversi confrontare con la possibilità che qualsiasi convenzione sociale possa cadere di fronte al muro del dubbio. Affrontare una difficoltà del genere in età prematura, può condurre ad una perdizione infinita, sinonimo dell'incomprensibilità del problema originale.
I soggetti che soffrono di tali disturbi non riescono ad avere una stabilità in nessun campo della propria vita, reagiscono con completa impulsività alle emozioni negative, compromettendo la propria salute fisica, eccedendo nei vizi, negli abusi di droghe, nell'autolesionismo o conducendo addirittura al tentato suicidio. Spesso, i problemi che portano il soggetto a reazioni emotive incontrollate, sono assolutamente incomprensibili o di poco valore agli occhi delle altre persone.

La malattia è riconosciuta nel manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, pur essendo tutt'ora in corso il dibattito sulla coerenza del termine "borderline" e in generale della denominazione del disturbo.
La malattia colpisce circa il 2% della popolazione mondiale; in questa percentuale, la donna accusa il disturbo molto più probabilmente rispetto all'uomo.
Il disturbo è l'origine del 20% dei ricoveri psichiatrici; inoltre è riscontrabile nel 10% dei pazienti ambulatoriali.
Il rischio di suicidio in un soggetto è circa 50 volte superiore rispetto ad un soggetto normale.

La difficoltà principale è quella di reggere la stabilità dei rapporti sociali con le altre persone, data la disfunzione di un qualsiasi rapporto interpersonale. 
Inoltre, il DBP è genetico, quinidi trasmissibile ereditariamente.
Le crisi relazionali sono altrettanto ordinario, con la completa svalutazione delle persone che abbiamo al nostro fianco, nonostante la consapevolezza della dedizione emotiva di questi ultimi nei confronti del soggetto.

Il disturbo borderline, oltre ad essere accompagnato da altri disturbi psicologici, presenta delle caratteristiche facilmente constatabili, poichè caratterizzate da determinate espressioni tipiche; la visione della propria persona  e quella delle altre persone viene completamente smorzata, si accentuano credenze inique alla propria persona e si alternano momenti di sottomissione personale, ad altri dove sono i soggetti a voler sottomettere le altre persone.

Oltre all'impulsività e all'instabilità, è opprimente anche la paura di essere abbandonati, combattuta con tentativi di manipolazione o di oppressione verso chi genera la paura nell'individuo bordeli
ne.
Le cause, oltre a quella genetica, possono essere caratterizzate da un clima familiare assai opprimente o anche esperienze traumatiche.
Tutto ciò può condurre l'uomo ad un'esistenza incompleta e a tratti irrealizzata, dati i problemi relazionali e anche lavorativi/professionali.

Uno dei casi più famosi riguardanti il DBP è quello del frontman dei Nirvana, Kurt Cobain.
Si suicidò all'età di 27 anni, sparandosi un colpo di fucile alla testa. Il suo caso conserva varie peculiarità e irrisolti dubbi. Secondo quanto detto da lui stesso, credeva fosse interessante infliggersi danni fisici. Aveva gravi problemi di alcolismo e di droga, tant'è che il suo corpo conteneva eccessive quantità di eroina all'interno.
Kurt Cobain pensava che la sua fosse una tristezza emotiva, un complesso sistema capace di scoraggiarlo a continuare nella sua attività lavorativa e nella vita in generale. Il suo amore per la vita, con una malsana chiave leopardiana, lo ha letteralmente stroncato nel nascere.
Esaminando il caso dagli albori della sua vita, appare palese come sia stata differente la sua vita, rispetto a quella di un comune essere umano. Appare assurdo addirittura idealizzare un possibile cambiamento in positivo; a volte si tende a pensare che l'essere umano possa trovare difficoltà ad aggirare solamente patologie di stampo prettamente fisico, ignorando la difficoltà nel regolare ciò che attacca la nostra mente. Molti potrebbero pensare sia possibile regolare ciò che è derivante dal pensiero; a primo impatto può sembrare un'intuizione corretta, ma riflettendo sulla questione, si comprende come in realtà le difficoltà siano medesime.
L'innocenza di un uomo che ha sofferto questa patologia era riflettente nell'animo di chi ha potuto osservarlo durante i suoi ultimi istanti di vita.
La sensibilità al mondo esterno nei soggetti è talmente elevata da risultare praticamente dannosa. Il rintanarsi nei propri mondi a volte tende a danneggiare totalmente la visione del mondo reale, quello che si suole considerare idilliaco, ma, che agli occhi di chi soffre le convinzioni  che attanagliano questa società, rimane soltanto un buco nero.

Andrea De Prisco   VC

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